Efficiency Factor e Decoupling: come monitorare la resistenza aerobica

Decoupling ovvero il Disaccoppiamento

Molti lo chiamano in maniera pesante anche “sganciamento” e in economia finanziaria viene usato per identificare una differenza tra due mercati. Per esempio, Wall Street scende e il London Stock Exchange sale, in questo caso si dice che c’è stato un decoupling dei due mercati.

Il termine decoupling viene utilizzato per indicare delle particolari situazioni in cui due andamenti correlati perdono la loro correlazione, disaccoppiandosi.

Il decoupling  è un modo quindi per misurare anche i  cambiamenti relazionali che avvengono durante un allenamento oppure  un modo per determinare la capacità aerobica.

Per questa metrica affinchè le informazioni siano utili l’allenamento o il segmento deve essere stato svolto in modalità  completamente aerobico (al di sotto della soglia del lattato / anaerobica) e stabile (indice di bassa  Variabilità VI).

Ricordiamo al lettore che la variabilità (VI Variability index) è il rapporto tra la potenza normalizzata e la potenza media.

Per esempio in una crono corsa in maniera corretta VI dovrebbe essere intorno a 1,05 o meno, mentre corse su strada o gare a circuito potrebbero avere un VI più alto superiore a 1,1  perchè questo tpo di gare hanno variabilità alta (non si pedala costantemente e quindi la potenza normalizzata a volte è molto più alta della media; si pensi alle ripartenze o alle discese dopo una salita.

Tornando al Decoupling

Tornando al Decoupling, quello che si fa è confrontare EF (Efficiency Factor) per le due metà dell’allenamento o segmenti di allenamento selezionato (ad esempio un intervallo). Sotto un’immagine di un allenamento completo su ciclo ergometro di 35 minuti.