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Ciclismo: allenamento outdoor vs allenamento indoor

Valutazioni, confronti  e curiosità tra allenamento Outdoor e Indoor

Il periodo invernale nel ciclismo  è di fondamentale importanza per il ciclista agonista, affinché possa raggiungere un livello di fitness ottimale nel periodo che precede la preparazione alle gare (marzo-aprile) in cui dovrà costruire quelle abilità utili al ritmo che incontrerà nelle competizioni primaverili e successivamente a quelle estive.

Ritengo utile e necessaria un’analisi oggettiva dei  dati rilevati negli allenamenti  al fine di valutare l’efficacia dell’attività allenante in questo periodo.

Vorrei  evidenziare in questo articolo  i numeri rilevati su un atleta  agonista nei suoi allenamenti eseguiti in modalità indoor e outdoor. Il periodo di riferimento è Dicembre.

La fase preparatoria, come si diceva sopra, è fondamentale affinché si possa raggiungere una forma ottimale al termine della primavera (a proposito leggi un mio articolo).

Come si diceva sopra questo periodo è utile per la costruzione del sistema aerobico (miglioramento del metabolismo ossidativo dei grassi da parte dei dei muscoli, aumento volume mitocondriale, aumento attività enzimatica, ecc.)  che sarà utile nelle fasi successive per   “stuzzicare”   la zone della potenza aerobica e  della capacità anaerobica. Comunque non è “vietato” nel periodo di costruzione lavorare anche le intensità.

Tornando all’allenamento degli “amatori” c’è da sottolineare che molto spesso nei mesi invernali   si osservano allenamenti  di scarsa intensità. Allenamenti che spesso vengono trasformati in passeggiate e che considerato il tempo ristretto a disposizione potrebbero ritenersi poco vantaggiosi per gli agonisti. Uscite che alla fine saranno utili solo esclusivamente per accumulare km di scarsa qualità.

Analizziamo i dati  tra Outdoor e Indoor

Nel grafico il confronto dei due allenamenti (indoor vs outdoor) dell’atleta in esame.

Gli allenamenti rilevati si riferiscono (colore rosso) ad  un allenamento in gruppo  e l’altro indoor  (colore verde)

Si precisa che tutti i dati esposti appartengono allo stesso atleta ed inoltre essi sono stati rilevati a distanza di una settimana l’uno dall’altro. E’ evidente dal grafico e dalla tabella sotto la differenza qualitativa e quantitativa  tra l’allenamento indoor e quello outdoor.

Allenamento in gruppo Allenamento Indoor
ZONA % sul totale Minuti % sul totale Minuti
Zona di recupero 61,7% 94 10,2% 5
Zona Endurance 19,8% 30 24,6% 12
Zona Tempo 10,4% 16 38,3% 19
Zona SOGLIA 5,0% 8 26,8% 13
Zona VO2max 1,5% 2 0,1% 0
Zona Anaerobica 1,5% 2 0,0% 0
Totali 100,0% 152 100,0% 48

Il tempo totale degli allenamenti:

Si noti come nell’uscita in gruppo (outdoor)  l’atleta abbia pedalato per il 61,7% (94 minuti) del tempo nella  zona di recupero mentre solo il 10,2% (5 minuti) in quello indoor. Se al tempo totale (uscita in gruppo)  di 152 minuti sottraiamo i 94 (61,7% ) minuti otteniamo  un tempo totale di 58 minuti !

Aggiungo ulteriori dati utili all’analisi riferiti all’allenamento con il gruppo: nel  18,5% del tempo totale la cadenza di pedalata è stata tra 0-20 RPM; la  velocità media a fine giro (dato  caro a molti) 30,5 km/h, dislivello metrico 534 m,  distanza percorsa  78 km temperatura esterna min 6 – massima 12 °C.

Per avere un’idea sull’intensità relativa alla zona di recupero si legga la Tabella 2 sotto, dove ho inserito sia i riferimenti per coloro che si  allenano con i watt sia per quelli che  usano il cardiofrequenzimetro.

I riferimenti di base per i Watt sono la FTP (funtional treshold power) mentre per la frequenza cardiaca è LTHR (lactate threshold heart rate). In particolare si ipotizzi 300 watt di FTP oppure LTHR pari a 160 BPM

Quindi nello specifico dati alla mano  l’atleta  ha pedalato per il 61,7% (outdoor)  a:

Se per molti è chiara l’intensità riferita con i battiti cardiaci, per i watt azzardo un paragone.

L’intensità di 150 watt per un atleta che pesa 70 kg (2,1 watt x kg) è paragonabile  al warm-up in una lezione di spinning.

Watt Min Watt Max Hr Min Hr Max
Zona di recupero 0% 55% 0,0% 80,0%
Zona Endurance 56% 75% 81,0% 89,0%
Zona Tempo 76% 90% 90,0% 93,0%
Zona SOGLIA 91% 105% 94,0% 99,0%
Zona VO2max 106% 120% 100,0% 102,0%
Zona Anaerobica 121% 165% 103,0% 110,0%

Tabella 2

Per avere ancora un paragone che può tornare utile all’analisi, aggiungo i dati (grafico) relativi ad una Gran Fondo dello stesso atleta corsa ad Aprile 2014  (colore giallo); suggerisco di notare  le zone più “bombardate” in gara.

Confronto Outdoor, Indoor e Gran Fondo

Quindi è facile intuire quali zone in gara sono maggiormente sollecitate e quali nel corso della stagione l’atleta e il suo allenatore dovranno  allenare al fine di poter ottimizzare  e quindi migliorare la perfomance.

Si noti  la differenza tra  la zona del recupero  dell’allenamento outdoor (Rosso) con quella della Gran Fondo(Giallo).

Tornando ancora all’analisi si vede come nell’uscita in gruppo il tempo nelle zone Endurance, Tempo e Soglia (quelle più importanti nel periodo in esame) sommano 54 minuti che sono il  35,3% del tempo totale, mentre  nell’allenamento indoor il tempo in valore assoluto è stato di 44 minuti, l’ 89,7 per cento del totale; differenze notevoli e importanti.

Consigli e conclusioni

Il consiglio  che sento di suggerire agli agonisti è quello dell’ottimizzazione del tempo dedicato all’allenamento.

Si dovranno dosare   in maniera ottimale  i carichi e i recuperi tenendo sempre sotto controllo  i  riferimenti metabolici  e tecnici (cadenza e velocità).

Il tempo a disposizione in inverno è scarso  (in media dalle 6 alle 12 ore settimanali)  per motivi noti a tutti (luce solare disponibile, lavoro, famiglia ed impegni vari) per questo se l’atleta intende gareggiare dovrà tenere sempre sotto controllo la distribuzione del suo carico allenante.

L’allenamento indoor se ben utilizzato può contribuire in maniera efficace e puntuale ad una ottimizzazione del tempo e quindi in una migliore costruzione metabolica dell’atleta. Al contrario un’uscita outdoor non investita nel migliore dei modi  fornirà stimoli allenanti insufficienti.

In definitiva, per un atleta “non professionista”  è importante e necessario spendere nel migliore dei modi  il  tempo  a disposizione  per l’allenamento al fine del raggiungimento  dell’obiettivo prefissato.

Autore: Daniele Marrama Saccente